La Salute Mentale prima di tutto: un appello da condividere

Scritto da Mat Modena 22

Il 3 Ottobre 2016

Màt – Settimana della Salute Mentale sostiene l’Appello per la Salute Mentale promosso dalla Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica. Se volete appoggiare a vostra volta questa importante iniziativa, vi invitiamo a seguire le istruzioni sottoriportate e ad inviare la vostra partecipazione entro il 10 ottobre.
Dal sito SIEP:
Pubblichiamo il testo dell’Appello per la Salute Mentale promosso dalla SIEP e rivolto alle Istituzioni Regionali e Nazionali per restituire priorità al tema della Salute Mentale di Comunità, oggi letteralmente sparita dall’agenda politica sanitaria italiana.
Riteniamo che ciò possa e debba essere realizzato innanzitutto attraverso una puntuale azione di conoscenza, diffusa, partecipata, trasparente, che coinvolga tutti i portatori di interessi.
L’assenza di dati certi su quanto, come e con quali risultati vengono perseguite le politiche di salute mentale nel nostro Paese è tanto più grave se si considera l’impietosa denuncia che sul tema ha prodotto solo 3 anni fa la Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Servizio Sanitario.
L’Appello è sottoscritto dalla maggior parte dei Direttori dei DSM italiani. È la prima volta che i responsabili delle strutture sanitarie deputate a realizzare i principi della Riforma del 1978 fanno sentire coerentemente la propria voce, sottolineando la contraddizione tra l’aumento della domanda di assistenza, cui i Servizi sono chiamati a far fronte, e l’inadeguatezza dei meccanismi organizzativi e di finanziamento. Le scelte adottate negli ultimi anni, infatti, stanno di fatto impoverendo la capacità di risposta dei Servizi Territoriali, vere pietre angolari della Salute Mentale di Comunità. È un processo questo che siamo certi non corrisponda alle intenzioni degli Amministratori, dei Professionisti, tantomeno degli Utenti e dei loro Familiari. E tuttavia esso prosegue, sotto traccia, in modo quasi ineluttabile, minando la motivazione degli operatori, annientando la speranza dei cittadini.
Quello che chiediamo non ha la portata della rivoluzione culturale operata con la 180: molto più modestamente chiediamo di far luce su quanto si fa e non si fa in Salute Mentale nelle Regioni Italiane e sulla dissociazione, non più tollerabile, tra enunciazione di principi e pratiche reali.
Aderire, sia individualmente che in nome delle Associazioni che si rappresentano, è semplice: basta inviare una mail all’indirizzo appellosalutementale@gmail.com con ADERISCO nell’oggetto o nel corpo del messaggio, aggiungendo se si vuole le proprie osservazioni e commenti.
Vi chiediamo di diffondere l’Appello ai vostri contatti, sui vostri siti, nei forum di discussione, perché esso possa giungere al maggior numero possibile di persone interessate.
Raccoglieremo le adesioni sino al 10 ottobre p.v. per giungere successivamente ad un’occasione pubblica di confronto con i rappresentanti istituzionali, della quale daremo ampia informazione.”
 
La lettera
SOCIETÀ ITALIANA DI EPIDEMIOLOGIA PSICHIATRICA
CORPORATE MEMBER OF THE INTERNATIONAL FEDERATION OF PSYCHIATRIC EPIDEMIOLOGY (IFPE)
LETTERA APPELLO PER LA SALUTE MENTALE

Ai Presidenti Regioni
Ai Presidenti PP.AA.
Al Ministro alla Salute

Rivolgiamo un appello urgente per richiamare l’attenzione di Governo, Parlamento e Assemblee Regionali sulle drammatiche condizioni del Sistema di Cura per la Salute Mentale in Italia.
I tagli alla sanità operati negli ultimi anni, le restrizioni al turn-over del personale, la riduzione dei centri di reponsabilità per l’accorpamento delle ASL, con la creazione di Dipartimenti di Salute Mentale “monster” per oltre 1 milione di abitanti e lo snaturamento dei principi fondanti la salute mentale di comunità, ossia la prossimità dei punti di accesso con i livelli di governo, il radicamento territoriale, il legame con le comunità locali, stanno determinando effetti devastanti sulla qualità dei servizi e sulla motivazione del corpo professionale.
I Servizi per la Salute Mentale (SSM) subiscono questo processo di strisciante sottodimensionamento proprio quando tutte le statistiche indicano un aumento delle condizioni di disagio psichico nella popolazione: si calcola ad esempio che solo nel periodo 2006-2013 il numero delle persone che presentano sintomi di interesse psichiatrico (ansia e depressione, innanzitutto) sia cresciuto di oltre 1 milione.
Ma i SSM devono anche confrontarsi con bisogni nuovi e straordinariamente impegnativi: dalla gestione territoriale dei pazienti psichiatrici autori di reato, alle condizioni di disagio psichico di utenti extra-comunitari, alla vera e propria “epidemia nascosta” di persone che presentano contemporaneamente disturbi psichiatrici e
abuso di sostanze.
In questo scenario, la risposta dei SSM sta assumendo caratteristiche sempre più riduttive, con gestioni orientate ad una “produttività” che rievoca la bipolarità ambulatorio/ospedale, impone la risposta farmacologica come strumento principale della cura e riduce fino ad azzerarli gli interventi psicoterapici e di inclusione sociale.
Ciò che riteniamo intollerabile, tuttavia, sul piano della legittimità e credibilità delle istituzioni pubbliche, è che tali condizioni siano state già denunciate nella Relazione della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul SSN, del 2013. Da allora, se si esclude il meritorio impegno di Governo, Parlamento e Regioni per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, nulla è stato fatto per migliorare la rete dei SSM, chiamata quotidianamente a garantire il diritto alla cura di centinaia di migliaia di cittadini con problemi di salute mentale. E non ci persuadono le argomentazioni di chi propone modifiche o integrazioni legislative in un Paese che non conosce nemmeno “quanto”, “come” e “con quali risultati” vengono spesi i fondi pubblici per la Salute Mentale!
Convinti come siamo che la Salute Mentale sia un bene esigibile individuale e collettivo, e condizione per lo sviluppo economico e sociale della comunità, chiediamo che venga riaffermata con atti concreti la responsabilità pubblica delle politiche per la Salute Mentale e sia garantito il diritto dei cittadini a conoscere le condizioni effettive del sistema di cura per la salute mentale nel contesto regionale e nazionale.
Quale atto propedeutico agli interventi che riteniamo necessari e urgenti, chiediamo che – con azione coordinata in Conferenza Unificata Stato-Regioni – siano convocate in tutte le Regioni e PP.AA. Conferenze Regionali della Salute Mentale, con l’obiettivo di rendere conto in modo pubblico, partecipato e trasparente del reale funzionamento dei sistemi locali per la salute mentale, dei modelli organizzativi adottati, delle risorse umane ed economiche effettivamente impiegate, del grado di raggiungimento degli obiettivi di Piano Regionale e Nazionale, dei livelli di efficacia ed inclusione sociale conseguiti.
Chiediamo altresì che le Relazioni Regionali prodotte vengano acquisite dalle competenti Commissioni Regionali e Parlamentari, per verificare quanto concretamente realizzato per superare le carenze segnalate dalla citata Commissione di Inchiesta.
Chiediamo infine che sulla base delle Relazioni Regionali, il Ministero della Salute convochi la Conferenza Nazionale della Salute Mentale, con il fine precipuo di verificare in che misura i differenti sistemi regionali siano in grado di perseguire gli obiettivi definiti nel Piano di Azioni Nazionale per la Salute Mentale approvato in Conferenza Unificata il 24.1.2013 e di definire le misure per garantire in modo uniforme sul territorio nazionale il diritto alla cura e all’inclusione sociale delle persone con disturbi psichiatrici.
L’Appello per la Salute Mentale è promosso dalla Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica ed è stato già sottoscritto dalla maggior parte dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale italiani e dalle maggiori Associazioni e società Scientifiche.
PRESIDENTE
F. Starace (Modena)
PAST-PRESIDENT
F. Amaddeo (Verona)
SEGRETARIO
W. Di Munzio (Salerno)
TESORIERE
A. Gaddini (Roma)
CONSIGLIERI
A. Guidi (M.sa Carrara)
L. Magliano (Napoli)
E. Monzani (Milano)
A. Piazza (Bologna)
E. Rossi (Perugia)
G. Tibaldi (Torino)

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