La canzone come strumento terapeutico e riabilitativo

Scritto da admin

Il 29 Ottobre 2014

Post production di Gaspare Palmieri
Venerdì 24 Ottobre presso La Tenda di Modena si è svolta la mattinata di studio dal titolo “La canzone come strumento terapeutico e riabilitativo”, promossa dall’Associazione Escomarte e dall’Ospedale Privato Villa Igea.
La canzone è una forma espressiva antica, ma profondamente radicata nel mondo di oggi. Si caratterizza per la sinteticità e per il forte effetto sulla sfera emotiva grazie alla pregnanza del testo ed al potere evocativo della musica. Nell’ambito musicoterapico la canzone rappresenta uno dei possibili strumenti terapeutici, sia a livello di ascolto condiviso (musicoterapia ricettiva) sia a livello di composizione (sogwriting).
Ha aperto le danze il Dr. Stefano Mazzacurati, psichiatra e scrittore, che con una presentazione molto “umanista” ha raccontato un sacco di cose interessanti sul significato storico e psicologico della canzone, partendo dalle canzoni provenzali, passando attraverso i canti delle lavandaie napoletane ed arrivando fino ai cantautori contemporanei.
Successivamente è stato il turno del Dr. Gabriele Catania, psicologo clinico dell’Ospedale Sacco di Milano e docente universitario, ma soprattutto autore dell’interessantissimo libro “La terapia De Andrè”, che racconta esperienze dell’uso di canzoni di Faber in contesti psicoterapici. Il Dr. Catania ha illustrato le basi neurobiologiche dell’empatia con riferimenti agli studi sui neuroni specchio, spiegando come sia stato dimostrato che è possibile empatizzare anche con le opere d’arte, oltre che con le persone. Anche la canzone può diventare dunque un mezzo per creare empatia all’interno di un percorso terapeutico e il collega ci ha fornito un esempio dell’utilizzo della canzone Un matto di De Andrè durante il lavoro clinico con un paziente affetto da psicosi.
Durante la pausa c’è stata l’esibizione della psychiatric band Fermata Fornaci nata all’interno del Day Hospital di Villa Igea e coordinata dalla cantautrice Barbara Rosset.  La band ci ha regalato tre brani del loro vasto repertorio.
I lavori sono ripresi con la presentazione del musicoterapeuta Paolo Alberto Caneva, che insegna al Conservatorio di Verona, lavora in un centro diurno psichiatrico ed è autore del libro “Songwriting. La composizione di canzoni come strategia di intervento musicoterapico”. Il collega ci ha regalato un’intervento veramente suggestivo in cui ha privilegiato gli aspetti visuali e musicali, mostrando tre video davvero efficaci e facendoci ascoltare diversi brani straordinari nati dal lavoro con gli utenti  del centro diurno. E’ proprio vero che “quello che non riusciamo a dire, possiamo cantarlo!”.
La mattina si è conclusa con il doppio intervento di Palmieri e Grassilli che hanno raccontato la propria esperienza sull’uso della canzone presso l’Ospedale Privato Villa Igea. Il primo ha descritto il gruppo di ascolto settimanale di canzoni che conduce con pazienti psichiatrici ricoverati presso il reparto Villa Centrale, mentre il secondo ha raccontato l’esperienza di songwriting presso la residenza psichiatrica a trattamento protratto Il Borgo e presso la Residenza e Semiresidenza per adolescenti Il Nespolo.
La partecipazione alla mattinata di più di cento persone, tra cui tanti utenti, ci fa proprio pensare che non siano solo canzonette!
 


 

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