Esperienze dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) a confronto
È tempo ormai che la contenzione meccanica esca dalle pratiche sanitarie! Essa non è un atto sanitario e non produce benefici. Il ricorso a pratiche di contenzione meccanica su persone affette da disagio mentale rappresenta un lato oscuro, drammatico e assai diffuso nelle prassi degli SPDC nel nostro paese, anche se non sono gli unici luoghi nei quali si lega: i servizi di neuropsichiatria infantile, le residenze sanitarie assistenziali (Rsa), i reparti di medicina e quelli geriatrici, i pronto soccorso, le Rems, le case di cura private e le comunità terapeutiche, sono tutte strutture all’interno delle quali talvolta i pazienti vengono contenuti con vari mezzi. Questo fenomeno contrasta in maniera stridente con la migliore cultura giuridica e
sanitaria affermatasi nel nostro paese e che pure costituisce il retroterra di riferimento della legislazione vigente e, in particolare, di quella “legge Basaglia” che ha riconosciuto in maniera piena la dignità e la titolarità dei diritti delle persone affette da disagio mentale. In tale direzioni vanno anche le indicazioni della Regione Emilia Romagna, unica regione che ha avviato un preciso monitoraggio del fenomeno. Il confronto tra professionisti sarà l’occasione per raccogliere testimonianze,
riflessioni, proposte, e saranno presentati dati, attività, buone prassi ed intendimenti dei Diagnosi e Cura a livello Nazionale.
L’esperienza ormai da anni condotta presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Carpi sarà discussa come esempio di fattibilità di un’azione di cura realizzata senza ricorrere alla coercizione, nel rispetto della dignità della persona, coinvolgendo nel percorso assistenziale la famiglia e la rete di riferimento.
Intervengono: Lorenzo Burti, Giovanna Del Giudice, Mila Ferri, Giovanni Rossi
[Evento accreditato ECM: accesso tramite iscrizione sul sito https://tom.ausl.mo.it/]
Auditorium San Rocco, Via San Rocco 1