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A cura di Caleidos Cooperativa Sociale Onlus

 Tra i molti cambiamenti che hanno sconvolto il senso comune di “normalità”, innescati dalla crisi pandemica nel 2020, uno di particolare rilevanza riguarda senz’altro il rapporto che ognuno intrattiene con quello spazio degno di essere chiamato “casa”. Sulla scia del #restiamoacasa, gli operatori che lavorano a vario titolo nell’ambito dell’inclusione sociale si sono infatti dovuti confrontare con criticità del tutto nuove nel lavoro con le persone più fragili, in particolare con i migranti in situazione di vulnerabilità psicosociale e con i senza fissa dimora. Si propone una riflessione sul concetto dell’abitare come spazio che accoglie la persona nella sua intimità restituendole appartenenza, e quanto la mancanza abbia amplificato gli effetti sulla salute mentale, nei mesi più critici della pandemia da Covid-19. L’obiettivo è focalizzare l’attenzione su come l’imperativo del restare a casa si è dovuto riadattare a categorie di persone che presentano fragilità socioeconomiche e psicologiche. Quali le ripercussioni sanitarie e sociali? Qual è stato l’impatto del lockdown sulla salute psicologica dei migranti arrivati in Italia dopo aver attraversato esperienze traumatiche? Quali sono stati gli effetti della chiusura totale o parziale della gran parte dei servizi sociosanitari per le persone senza fissa dimora?

Intervengono: Elena Oliva, Everardo Minardi, Chiara Gabrielli, Paolo Gobbi, Daniela Dallari, Marianna De Luca, Irene Esposito, Stefano Tonini, Lucia Bosi

Modera: Grazia Migliuolo

LO SPAZIO NUOVO, VIALE IV NOVEMBRE 40/B, MODENA