Simone Weil diceva che una verità per essere ascoltata abbisogna di una conoscenza preliminare tra le persone, di amicizia, infatti difficilmente prestiamo attenzione a parole nuove dette da qualcuno che non sia nel nostro ambito di conoscenze, siamo così, umani, troppo umani, dobbiamo assomigliare Dio a noi, ma anche l’animale, tutto ciò che è Altro.
Durante l’incontro “Radio-Attivi nella comunità” giornata di màt dedicata all’ascolto delle diverse realtà italiane che da anni si occupano di trasmettere nell’etere e nel web le onde di simpatia per la salute mentale, ha significato per me, che sono redattrice di Radio LiberaMente dal 2015 circa, fare posto e creare accoglienza per tutti coloro che volevano partecipare all’incontro delle radio facenti parte del progetto Larghe Vedute costituitosi da alcuni anni e alla cui adesione ho partecipato attivamente.
E vengo appunto al tema dell’incontro: essere attivi nella comunità.
Hannah Arendt, filosofa che ha preferito la via dell’esilio piuttosto che sottomettersi a una società totalitaria come ha fatto il suo maestro Heidegger, scriveva in Vita Activa nel 1958:
“Il fatto che l’uomo sia capace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile.
E ciò è possibile solo perchè ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità.”
Per Arendt azione pertiene alla politica intesa come spazio pubblico in cui agire sollecita a prendere posizione e assumere responsabilità senza che ci sia il distacco di chi teorizza assorto in una vita delle idee “contemplativa”. L’azione prevede che ci sia una discussione che faccia memoria degli atti compiuti, quindi che ci sia relazione. E’ una visione che si rifà alla polis greca prima di Platone, un richiamo alla partecipazione informata, ed ecco il punto:
le radio della salute mentale attuano un’azione democratica di informazione ed educazione ai valori dell’ascolto,della conoscenza e della solidarietà perché portano alla parola persone e situazioni che le radio generalista e commerciali non considerano o non sufficientemente perché votate alla musica o a tutto ciò che fa vendere di più.
Questo è emerso dagli interventi dei diversi ospiti convenuti, tra cui Alberto Castelli (Rai Stereonotte,Radio Capital) e Pier Tosi (Radio città Fujiko), che hanno alle spalle la nascita delle radio libere e la gioventù oramai.
Alfredo Olivera , ospite speciale , iniziatore di Radio “La Colifata”,una radio argentina nata all’interno di un manicomio, ci ha narrato come la comunità abbia generato la radio e di come oggi la Colifata faccia comunità diventando amplificatrice di molte esperienze sviluppate fino a oggi.
Da parte mia devo esprimere soddisfazione per la collaborazione di tutti, per la capacità di Chiara e Laura che hanno presentato, per la regia di Lucio, chi ci ha ospitato e chi ha agito tecnicamente, lo spettatore che ha permesso agli altri di esprimersi in varie gags, ma soprattutto chi ha registrato e fatto foto di gruppo e non , che rimarranno a ricordo di una banale e bellissima riunione di amici che mi pregio di conoscere e di aver salutato singolarmente.
Allora concluderei ricordando che in tutte le manifestazioni di Mat che ho seguito ho rilevato un dato comune: dal Mat Pride al Dialogo Aperto, da Parole Ritrovate al seminario su LGBT, da Meglio Matti Che Corti a Radio Attivi nella comunità, esiste una posizione polifonica, una molteplicità di vedute che ampliano lo spettro del visibile.
Come diceva Arendt:”Non l’uomo, ma gli uomini abitano questo pianeta, la pluralità è la legge della terra.”
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(Contributo di Lucia della redazione di Radio LiberaMente, Foto di Radio Ohm – Torino)