Numerosissima la partecipazione all’incontro “Facilitatori Sociali/ESP: A che punto siamo in Emilia Romagna?” che si è tenuto presso Lo Spazio Nuovo e che ha riunito gli Utenti Esperti in Supporto tra Pari dell’intera Regione Emilia Romagna e non solo.
Alessia Casoli, ESP e presidentessa dell’Associazione Idee in Circolo, ha aperto l’incontro raccontando l’esperienza modenese degli Esp, i quali si impegnano quotidianamente nel fungere da risorsa per i Servizi, le Istituzioni e le Associazioni di volontariato.
Il Dott. Fabrizio Starace ha riflettuto assieme al pubblico rispetto il tema delle cure mediche. Per molti anni il nostro paese è stato ed è ancora monopolizzato dall’idea di chi aiuta e chi viene aiutato. Le conoscenze e le competenze sono sicuramente differenti, tuttavia il paternalismo è la condizione predominante all’interno del sistema delle cure mediche.
La costituzione della figura dell’ESP e della Rete degli Utenti Esperti in Supporto tra Pari, rappresenta un importante cambiamento all’interno dei Servizi di Salute Mentale.
La Rete, nata nel 2016, è costituita da un gruppo che coinvolge gli utenti della Regione Emilia Romagna, che da quel momento ha cominciato a riunirsi periodicamente. Si tratta di una realtà in continuo movimento, in incessante evoluzione, che accoglie sempre tante nuove realtà. Fondamentale risulta la comprensione del linguaggio del dolore e l’aiuto reciproco, ed è proprio sostenendo questi valori che si cerca di favorire la crescita delle persone. Diverse le voci che hanno presentato il “Mi manifesto” prodotto dalla Rete, la quale si definisce plurale e caratterizzata da diverse figure, utenti, operatori sociali, psicologi, volontari.
La Rete crede quindi fermamente nel valore dell’ascolto e della comprensione reciproca, della solidarietà e dell’aiuto tra pari. L’autostima viene considerata il valore fondante per la recovery e quest’ultima viene perseguita attraverso progetti che cercano di andare oltre i confini clinicocentrici. Non mancano quindi co-progettazioni, tirocini e stage sul territorio, “alleanze” fra servizi, associazioni ed enti di Terzo Settore.
Uno scopo importante è, naturalmente, anche quello di ridurre lo stigma che spesso deve subire chi soffre di un disagio psichico. L’ESP viene visto come agente di cambiamento e costituisce a tutti gli effetti una figura professionale specializzata. Come è stato detto saggiamente “l’esp ha trasformato una fragilità in risorsa”. Si sono anche considerate alcune strategie importanti per sostenere queste nuove figure, come il mantenere alta la professionalità, la formazione continua, il non lavorare da soli e la flessibilità dell’organizzazione. Molto importante, ovviamente, il rapporto con gli altri professionisti e la capacità di creare fiducia aldilà dei ruoli.
L’esperienza della Lombardia riporta l’importanza della cura della relazione. Gli ESP gestiscono attività interne o esterne ai Servizi, si può lavorare dalle cinque alle venti ore. E’ la persona che decide. La formazione è differente in base alle esigenze del territorio e le risorse. La Rete Utenti Lombardia è riconosciuta a livello Regionale, è caratterizzata da soli utenti e rappresenta l’identità che si confronta con l’Istituzione. Il riconoscimento economico della figura non sempre è possibile, c’è ancora da lavorare.
Paolo Ferrari, Gilberto Gibellini e Alessia Casoli hanno poi raccontato maggiormente nel dettaglio il ruolo degli Utenti Esperti in Supporto tra Pari modenese. Sono stati illustrati alcuni dati, sono state condivise le difficoltà che si sono incontrate lungo il percorso e le riflessioni che hanno stimolato nuove domande e nuovi obiettivi.
Invitiamo tutti a guardare l’intervista che Radio LiberaMente ha realizzato ad alcuni degli esp che hanno partecipato all’incontro, dai quali si evince l’energia e l’impegno che stanno mettendo nel progetto, unite ad una forte determinazione anche contro gli inevitabili problemi e ostacoli insiti nel loro lavoro.